Paracadutismo, lo sport che ti fa accarezzare il sogno di volare. Il paracadutismo è l’attività, sportiva o militare, consistente nel lanciarsi da quote ragguardevoli, solitamente da un aereo o un elicottero, utilizzando un paracadute come strumento per rallentare la caduta e consentire un atterraggio sicuro.
“Nei nostri sogni siamo in grado di volare… e forse questo è un ricordo di come siamo stati pensati per essere”.
(Madeleine Engle)
Devono pensarla proprio così tutti coloro che si cimentano nei lanci con il paracadute. Librarsi da terra e poi volare scendendo col fiato sospeso. La magia del volo è molto più che un istinto, è un sogno.
Il paracadutismo
Il paracadutismo non è nato subito come sport ma, inizialmente, come pratica per scopi militari. Col tempo l’amore per il volo ha preso il sopravvento e si è diffuso sempre di più fino a diventare uno sport molto amato.
Dopo essersi alzati in volo, a seguito di una caduta libera di circa 60 secondi, si apre poi il paracadute ad una quota consigliata di 900-800 metri, o 1500 metri per i lanci di addestramento ed i lanci in tandem. La quota di apertura del paracadute è stabilita dalla normativa vigente ad un massimo di 750 metri dal suolo.
Attrezzatura necessaria al paracadutismo
Per effettuare un lancio con paracadute in tutta sicurezza servono:
- paracadute a profilo alare;
- sacca o contenitore;
- paracadute principale;
- paracadute di emergenza;
- sistema di attivazione automatico del paracadute di emergenza;
- tuta da lancio, casco, occhiali e altimetro (visivo o acustico).
Nel corso degli anni le misure di sicurezza si sono fatte sempre più precise ed efficaci. Al giorno d’oggi, ad esempio, ogni paracadute è dotato di un sistema di “sgancio rapido” che consente, in caso di malfunzionamento, di rilasciare immediatamente le bretelle che collegano il paracadute principale alla sacca, in modo da poter aprire in sicurezza il paracadute di emergenza.
Senza contare poi che il materiale da lancio è dotato di un sistema di attivazione automatico del paracadute di emergenza (AAD) che interviene quando (per esempio per un malore) il paracadutista non abbia aperto il proprio paracadute principale.
Il paracadutismo sportivo
Nella pratica sportiva del paracadutismo si è soliti saltare da una quota tra i 1000 e i 4500 metri circa per poi aprire il paracadute normalmente ad una quota consigliata di 900-800 metri, o 1500 metri per i lanci di addestramento e i lanci in tandem. La quota minima di apertura del paracadute è fissata in 750 metri.
Paracadutismo: stili e specialità
Il paracadutismo si è evoluto negli anni dando origine a diverse tecniche. Le principali discipline che vengono praticate nei centri di paracadutismo sono il lavoro relativo (Relative Work, RW) ed il freefly.
Il RW, ossia il Relative Work
Il Relative Work è una specialità altamente coreografica e di squadra in cui i paracadutisti, durante la caduta libera, vanno a comporre figure prestabilite. La squadra di RW può essere composta da 4 o da 8 elementi. E’ inoltre presente un “video man” che riprende la squadra in caduta libera. Le figure realizzate in fase di volo vengono valutate tenendo conto della velocità di esecuzione, della precisione nei contatti e di forma e stile di esecuzione.
Il Freefly
E’ una disciplina nata nei primi anni ’90 che da molta più libertà di espressione e consente di cimentarsi in forme di volo alternative. Se col Relative Work si vola nella classica posizione a pancia in giù, nel freefly si esplorano posizioni molto diverse come, ad esempio, a testa in giù, in piedi o anche seduti.
Esistono poi altre discipline o specialità:
- Precisione in atterraggio: si vola in solitaria e lo scopo principale resta quello di centrare l’atterraggio in un disco rosso posto all’interno di una piattaforma elettronica che serve per validarne l’appoggio. I lanci si effettuano da circa 1000 metri di quota.
- Skysurf. Praticare Skysurf è davvero emozionante! Si affronta la caduta libera con una tavola da surf agganciata ai piedi per “cavalcare l’aria” con movimenti traslatori ad elevata velocità. Ovviamente si tratta di una tavola da surf appositamente adattata al volo che si caratterizza per una dimensione minore rispetto alla tradizionale tavola da surf.
- Free Style: Il Free Style si caratterizza per essere molto coreografico. E’ forse una delle discipline tanto belle da vedere quanto da guardare. Durante il volo si formano figure “a corpo libero” molto simili ad alcuni elementi tecnici propri della ginnastica artistica e della danza.
- Speed skydiving: è la versione più estrema del paracadutismo. L’atleta è a testa in giù dopo un lancio da quota 4500 metri e raggiunge una velocità di 350 km/h durante i primi 1700 metri per poi recuperare la posizione orizzontale e rallentareù. Solo a questo punto si aprirà il paracadute.
Lanciarsi in tandem con il paracadute
Se vuoi provare subito l’ebrezza di lanciarti nel vuoto senza aspettare il tempo di fare un corso di volo, la soluzione ideale per te è il lancio tandem.
Durante il lancio in tandem avrai la possibilità di provare l’ebbrezza di un volo in caduta libera da oltre 4000 metri, a stretto contatto con un istruttore. Non è richiesta una preparazione specifica e consente di volare per 50 secondi circa (ad una velocità di 180 km/h). Sarà l’istruttore ad aprire il paracadute una volta arrivati a 1500 metri. Il paracadute tandem deve essere molto più grande degli altri normali, da 360 a 400 piedi quadri.
Paracadutismo nella storia
“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”.
(Leonardo da Vinci)
Fu proprio Leonardo da Vinci ad ideare il primo sistema a paracadute. Il rudimentale sistema di atterraggio era composto da una tela di lino sigillato tenuto aperto da una piramide di pali di legno, circa sette metri di lunghezza.
Nel 1732 si ebbero altri significativi esperimenti di lancio col paracadute: il Francese S. Lenormand si lanciò infatti dall’osservatorio di Montepellier. A seguire, nel 1797, i fratelli Garnerin salirono a 700 metri di quota con una Mongolfiera e si cimentarono in una discesa controllata dopo aver sgonfiato “il pallone” che li aveva portati in quota.
Al 1912 risale il primo lancio da un aereo effettuato dal capitano A. Berry presso Saint Louis (USA). Successivamente, tra gli anni ’20 e gli anni ’30, si arrivò a progettare e realizzare paracaduti capaci di garantire la massima affidabilità e il massimo controllo.
Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale lo scopo finale del paracadutismo subì delle modifiche: non fu più, infatti, solo uno strumento di salvataggio, ma divenne anche un modo per eseguire precisi lanci di reparti in zona di combattimento.
Il 1950 fu un anno fondamentale per la storia del paracadutismo perché è proprio a partire da quegli anno che la pratica del lancio col paracadute iniziò ad essere vista come sport. Nel 1980 avviene il passaggio al paracadutismo moderno grazie, soprattutto, all’avvento dei primi paracadute a profilo alare. Grazie alla nuova conformazione del paracadute, da sferica a rettangolare, è possibile sfruttare meglio ‘la portanza’: principio fisico che consente di aumentare la manovrabilità e il controllo del mezzo ma anche di far atterrare in piedi il paracadutista.
Psicologia del volo
Il paracadutismo è uno sport che racchiude in sé molte emozioni e significati: il desiderio atavico di volare; la sfida che attende, la possibilità di superare le proprie paure. Ricordate? Era nato proprio come rito di passaggio all’età adulta!
Oggi tutti questi profondi significati psicologici sono sempre più tenuti in alta considerazione e il paracadutismo non è più visto come mera pratica sportiva ma viene utilizzato anche in contesti aziendali per lavorare sulla motivazione, la leadership, le dinamiche di gruppo, il team building.
In quest’ottica la sua diffusione sta diventando sempre più capillare, così come la creazione di vere e proprie associazioni e Scuole.
Ecco perché aumenta in modo esponenziale la partecipazione di persone che non avrebbero mai pensato di avvicinarsi a questa disciplina in autonomia.
Il paracadutismo è uno sport estremo ma è anche un desiderio che l’uomo culla da secoli. E’ un modo per allontanarsi dal mondo e avvicinarsi a sé stessi. Forse sta proprio in questo ossimoro il suo grande fascino.